Quante volte abbiamo sentito parlare di impiattamento? Negli ultimi anni è ormai diventata una pratica comune anche in casa, una cortesia per gli ospiti che abbiamo imparato a suon di urla e sguardi severi di Barbieri, Cracco e Cannavacciuolo.
E quindi, sempre più spesso per sorprendere o coccolare gli invitati ci impegniamo a impiattare ogni pietanza, dall’antipasto al dolce, perché in fondo anche l’occhio vuole la sua parte.
Cosa significa esattamente “impiattare”?
Disporre una pietanza sul piatto con gusto e accompagnarla eventualmente con elementi decorativi, rigorosamente commestibili, in modo da ottenere un risultato visivo gradevole e invitante.
È un’arte che si impara solo con la pratica e che necessita di una certa dose di creatività. Ma mentre nei ristoranti stellati l’impiattamento deve seguire rigide regole non scritte, in casa abbiamo molta più libertà!
Niente di studiato o programmato, semplicemente un po’ di ordine, un tovagliolo per ripulire il piatto quando sbagliamo o ci scappa un po’ di salsa e i piatti giusti per ogni portata.
E se dopo anni di feste e buffet è facile cavarsela con gli antipasti, la vera sfida per tutti è impiattare i primi. Innanzitutto, bisogna ammetterlo, non sono tutti uguali.
Gli spaghetti e ogni tipo di pasta lunga sono probabilmente il primo più facile per i neofiti dell’impiattamento. Si arrotolano in orizzontale o in verticale grazie a una pinza lunga o a un forchettone e si decorano con piccole guarnizioni. Per ottenere una forma precisa e lasciare il resto del piatto pulito, piano o fondo che sia, basta aiutarsi con un coppapasta. E fidati, ne fanno davvero di tutti i tipi e le forme.
Al contrario, la pasta corta può essere raccolta in un piatto fondo o in un contenitore a tua scelta, oppure ordinata quasi in fila su un piatto piano. Il risultato sarà sempre ordinato e piacevole.
Più complesso, invece, impiattare un risotto. Ci si può avvalere anche in questo caso di un coppapasta, fedele alleato di ogni chef, ma bisogna stare attenti a non lasciare il piatto troppo vuoto o sguarnito. Altrimenti piuttosto che impiattare il risotto in altezza, possiamo disporre qualche cucchiaio di riso al centro di un piatto piano e poi distenderlo con piccoli colpetti sotto al piatto. Sì, l’abbiamo tutti visto fare migliaia di volte a MasterChef!
Arriviamo però alla pietanza più complessa da impiattare: la lasagna.
Ha una forma squadrata che la rende facile da porzionare, ma questo può trarci in inganno. In realtà una volta posizionata sul piatto è complicato migliorarne l’aspetto già di per sé particolarmente invitante.
Beh, qui abbiamo bisogno della cavalleria. In nostro aiuto possono arrivare proprio loro, i protagonisti secondari, ma neanche troppo, di ogni impiattamento: i piatti!
Per ogni pietanza vanno sempre scelti con cura e selezionati, ma in questo caso un piatto elegante, colorato o divertente è la soluzione perfetta per le nostre lasagne.
Il nostro consiglio? Ci piace affidarci ai piatti di Maxwell&Williams!
Ci permettono, infatti, di scegliere sempre tra tante forme e fantasie diverse per accompagnare tutto ciò che cuciniamo e decorare ogni giorno le nostre tavole.
Perché una parte fondamentale dell’impiattamento è proprio la scelta dei colori, il saper abbinare ed equilibrare i contrasti cromatici. Insomma, rendere un piatto bello è importante, ma farlo diventare irresistibile e appetitoso per ogni commensale è ciò che davvero conta.
Adesso tocca a te, cucina, scegli i piatti che più ti piacciono e che meglio di adattano alle pietanze, impiatta con cura e fantasia, ma soprattutto divertiti!